mercoledì 10 giugno 2020

L'OMS sconsiglia l'uso dei guanti



Guanti possono aumentare il rischio di contagio da Covid-19
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato che l’uso dei guanti è sconsigliato per il Coronavirus. Infatti secondo gli esperti il loro uso potrebbe addirittura aumentare le possibilità di rischio di infezione da Covid-19. Questo perché chi li porta si sente più sicuro e, secondo gli ultimi dati raccolti, tende a toccare diverse superfici e a diffondere il possibile contagio di conseguenza. Sempre per la sicurezza di indossare i guanti si è notato che le persone si toccano più spesso viso, naso e bocca. Anche in questo caso è molto pericoloso e aumenta il rischio di contagio.
E quindi senza i guanti come possono proteggersi le persone nei supermercati, ristoranti e in altri spazi chiusi? Prima di tutto con il distanziamento sociale. In secondo luogo sono incentivate, dall’organizzazione mondiale della Sanità, l’installazione di distributori di gel igienizzante per le mani da usare all’ingresso e all’uscita. Infatti secondo gli esperti sarebbe necessari adottare queste buone pratiche di igienizzazione delle proprie mani per ridurre la possibilità di contrarre il Coronavirus o di diffonderlo sulle superfici che si toccano. L’OMS raccomanda grande collaborazione interna tra gli Stati per adottare protocolli di sicurezza negli spazi chiusi. Questi protocolli mettono il cittadino al centro e al sicuro. Seguire le buone regole è fondamentale, ma si può fare di più mangiando sano, cercando di fare attività fisica, e cercare di rinforzare il sistema immunitario
L’OMS sollecita infine la cooperazione tra le autorità locali ed esorta i cittadini a contattarle sull’uso dei dispositivi di sicurezza e le buone pratiche da seguire. A proposito delle mascherine invece l’organizzazione mondiale della Sanità ha ribadito negli ultimi giorni che gli Stati devono incoraggiare l’uso delle mascherine protettive, soprattutto dove c’è un’ampia diffusione del virus e la distanza fisica è difficile da mantenere. Alcuni esempi sono i trasporti pubblici, i negozi o altri ambienti chiusi e affollati. L’OMS però ha ribadito anche che le mascherine da sole non proteggono dal coronavirus, ci vuole grande buon senso da parte di tutta la popolazione mondiale. Quindi anche se l’uso dei guanti è sconsigliato, bisogna proteggersi in tutti gli altri modi consigliati.
fonte: Mondosanità

venerdì 5 giugno 2020

La quarantena ha inciso sul sonno e sull'umore



Ricerca dell'Università Padova, distorta la percezione del tempo

La quarantena, terminata nella versione più restrittiva il 4 maggio, ha comportato un grande cambiamento nelle abitudini di vita degli italiani. E' quanto emerge da uno studio dell'Università di Padova.
    Il confinamento - secondo la ricerca - se da un lato è stato essenziale per ridurre il numero di contagi, ha avuto un grande impatto (psicologico, economico e sociale) riducendo la qualità della vita delle persone e mettendo a rischio la salute psico-fisica di molti individui. Nicola Cellini del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova - in collaborazione con Giovanna Mioni dello stesso Dipartimento, Natale Canale del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell'Ateneo patavino e Sebastiano Costa del Dipartimento di Psicologia dell'Università della Campania - ha analizzato la qualità del sonno in un campione di 1310 persone tra i 18 e 35 anni ponendo a confronto la settimana 17-23 marzo (la seconda di lockdown completo) e la prima di febbraio (dall'1 al 7, cioè sette giorni in cui non vi era alcun tipo di restrizione sul territorio italiano).
Dallo studio pubblicato sulla rivista ufficiale della European Sleep Research Society, il "Journal of Sleep Research Research", è emerso che la ridotta attività fisica e la scarsa esposizione alla luce solare, l'assenza di attività sociali, le paure per il contagio e per la situazione economica, il cambiamento di vita familiare hanno portato a un peggioramento della qualità del sonno, un netto cambiamento nei ritmi sonno-veglia, un incremento nell'uso dei media digitali e a una distorta percezione del tempo che scorre.
"Lo studio ha messo in luce dati allarmanti sulla salute mentale - rileva Cellini -: il 24.2% (24.95% dei lavoratori, 23.73% degli studenti) del nostro campione ha mostrato sintomi da moderati a estremamente severi di depressione, il 32.6% di ansia e uno su due (49.47% dei lavoratori, 51.6% degli studenti) sintomi di stress. Abbiamo inoltre evidenziato un grande cambiamento nel ritmo sonno-veglia; vi è un dato identico sull'orario in cui il campione va a dormire mentre si è registrato che i lavoratori si sono svegliati molto più tardi durante il lockdown".
fonte:  (ANSA)