mercoledì 30 ottobre 2019

Come prevenire la demenza senile


Il tè migliora l'organizzazione cerebrale nelle persone anziane, in questo modo rallenta l'invecchiamento delle cellule

Uno studio condotto a Singapore Dopo una revisione di 96 studi che ha scoperto quante tazze bisogna bere ogni giorno per prevenire le malattie croniche, ora un nuovo lavoro condotto all’Università nazionale di Singapore rivela che per avere un cervello più giovane e performante gli anziani dovrebbero berlo almeno quattro volte a settimana. La ricerca è stata condotta in collaborazione con la University of Essex e quella di Cambridge e pubblicato su Aging.

Quattro volte a settimana
per circa 25 anni

È stato realizzato per quattro anni, dal 2015 al 2018, su 36 soggetti adulti con più di 60 anni. Del campione sono stati raccolti vari dati relativi allo stato di salute, alle abitudini di vita, agli aspetti del benessere psicologico. Tutti sono stati sottoposti a dei test neuropsicologici e a una risonanza magnetica cerebrale. Dall’analisi delle performance cerebrali e degli esami di neuroimaging, gli autori hanno evidenziato che chi aveva consumato tè (verdè, oolong, nero) almeno quattro volte a settimana per  circa 25 anni, presentava una più efficiente interconnessione delle regioni cerebrali.

Come una rete autostradale per organizzata

«Una similitudine di quanto abbiamo osservato – spiega l’autore dello studio – si può fare con il traffico stradale: le regioni cerebrali sono le destinazioni, mentre le connessioni tra le diverse regioni sono le strade. Quando una rete stradale è meglio organizzata, il traffico delle macchine e dei passeggeri risulta più efficiente e consuma meno risorse. Allo stesso modo, quando le connessioni tra diverse regioni del cervello sono più strutturate, il processamento delle informazioni avviene in maniera più efficiente». Così i risultati di questo nuovo studio, relativo ai network cerebrali, dimostrano gli effetti positivi di un consumo regolare di tè nel migliorare l’organizzazione cerebrale, ottenuta prevenendo la distruzione delle connessioni inter-regionali.
fonte: ok-salute.it

lunedì 28 ottobre 2019

Disturbi del linguaggio Balbuzie: cure e rimedi


La balbuzie è un disturbo del linguaggio, che è caratterizzato da variazioni del ritmo della parola, che sono chiamate disfluenze. In pratica il linguaggio è difficoltoso a causa di continue ripetizioni, prolungamenti e arresti delle parole. Sono colpiti circa il 3% dei bambini sotto i sei anni. I bambini sono interessati 4 volte di più rispetto alle bambine. La balbuzie si chiama anche disturbo della fluenza verbale. Balbuzie: cause, conseguenze e rimedi.

Balbuzie: cosa sono le disfluenze? 

Come si diceva le disfluenze non sono altro che ripetizioni o prolungamenti delle parole. Non indicano per forza che si è colpiti da balbuzie, tanto che nei bambini sotto i 4 anni sono abbastanza comuni. Riguarda più o meno un bambino ogni dieci e nella grande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente.

Diversi tipi di balbuzie

Ci sono differenti tipi di balbuzie:
  1. Forma clonica: quando si ha la ripetizione della sillaba;
  2. Forma tonica: avviene quando ci si arresta all’inizio della frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare;
  3. Forma mista: quando c’è sia l’allungamento, sia la ripetizione. In questo caso la comunicazione è particolarmente complicata.
La balbuzie può essere classificata anche in base all’età in cui si manifesta il disturbo:
  • quella evolutiva esordisce tra i 2 e i 4 anni. In genere il disturbo del linguaggio si risolve autonomamente in pochi mesi. È causata dalla fisiologica evoluzione dell’apprendimento del linguaggio;
  • la benigna compare in media intorno ai 7 anni e mezzo. Anche in questo caso di solito si risolve spontaneamente dopo però 2 o 3 anni;
  • quella persistente può invece cominciare tra i 3 anni e mezzo e gli 8 anni ed è la più complicata da trattare.

Balbuzie: quali sono i sintomi?

 La balbuzie si manifesta con:
  • ripetizione delle sillabe;
  • interruzione delle parole;
  • prolungamento di suoni;
  • interiezioni;
  • eccessiva tensione fisica quando si pronunciano le parole;
  • contrazioni anomale di vari gruppi muscolari, soprattutto quelli interessati alla fonazione. Si verificano in genere all’inizio di una frase;
  • blocchi udibili o silenti;
  • circonlocuzioni, in pratica la sostituzione di parole per evitare parole problematiche;
  • ripetizione di intere parole monosillabiche.
Parlare implica il controllo e la coordinazione di oltre 100 muscoli contemporaneamente. Ecco perché lo studioso del linguaggio Martin Sommer ha paragonato la balbuzie al suono prodotto da un’orchestra disorganizzata: i singoli orchestrali suonano bene, nessuno strumento funziona male, ma manca il coordinamento delle singole parti che, attivandosi nel momento giusto, rendono possibile il parlare. Il balbuziente sa perfettamente ciò che vuole dire, ma non ci riesce.

Quali sono le cause?

Qualche decennio fa si pensava che la balbuzie fosse un problema legato all’emotività. Oggi si considerano una serie di concause. Uno studio americano pubblicato sul New England Journal of Medicine ha individuato tre geni responsabili del disturbo. La balbuzie ha una base genetica, come prova la forte familiarità: il 75% dei bambini che balbettano ha parenti balbuzienti. I fattori emozionali sono solo cause scatenanti in soggetti già predisposti. Ed è vero che la difficoltà a esprimersi aumenta quando i balbuzienti sono sotto pressione comunicativa, parlano al telefono o non si sentono a loro agio con l’interlocutore.

Quali sono le terapie?

La terapia in media dura dai sei ai 12 mesi. È utile un approccio integrato: logopedia più aiuto psicologico. Il balbuziente lavorerà sul suo atteggiamento comunicativo e sulla gestione dell’ansia per esprimersi serenamente, con esercizi specifici a seconda di come si manifesta il disturbo, intervenendo in genere sulla respirazione e sull’organizzazione ritmica del linguaggio. La recitazione è un valido supporto per i balbuzienti. Imparano a calarsi in personaggi diversi, con differenti modelli comunicativi: così riescono a esprimersi pienamente e più facilmente.

Qual è la diagnosi? Si cura?

La diagnosi può essere fatta dai tre anni di età in poi. Essendo un disturbo del linguaggio non è difficile accorgersi che il bambino abbia difficoltà nel parlare. Il consiglio è quello di rivolgersi subito al proprio pediatra per capire se si tratti di una fisiologica difficoltà nella comunicazione quando si è piccoli o se siamo di fronte a una balbuzie vera e propria. Di solito il pediatra consiglierà la visita di uno specialista della cura dei disturbi del linguaggio.
Nella visita bisognerà indagare tutti gli aspetti, dalla familiarità a traumi vissuti nel passato, anche quelli avuti durante il parto, fino a eventuali malattie neurologiche. Per effettuare la diagnosi. Occorre capire quando la balbuzie ha fatto il suo esordio, quanto siano seri i sintomi. Di conseguenza il paziente viene sottoposto ad alcuni test che possano verificare tutti questi aspetti. La terapia in media dura dai sei ai 12 mesi.

Un team interdisciplinare

Per la soluzione della balbuzie occorre mettere in campo un team, che comprenda:
  • un pediatra,
  • un logopedista,
  • un neurologo,
  • uno psicologo.
Sono molti del resto gli aspetti che devono essere presi in considerazione. Bisogna comprendere se ci siano eventuali problemi organici e quali siano le difficoltà emotive e psicologiche che stanno alla base di questo disturbo. Non va sottovalutato neppure il fatto che il balbuziente diventa una persona tendenzialmente chiusa, con una bassa autostima.
Bisogna ricordarsi che nella stragrande maggioranza dei casi ci si sta rivolgendo a un bambino. Di conseguenza è fondamentale l’approccio più accogliente e accudente possibile, in modo che non si senta né messo sotto pressione, né sopra o sottovalutato.

Balbuzie: come devono comportarsi i genitori?

La famiglia gioca un ruolo cruciale. La prima regola è non far sentire il bambino diverso per il suo disturbo del linguaggio. Ascoltarlo quando parla anche balbettando con un atteggiamento di attenzione e serenità è un passo fondamentale. Non dimostrare mai fretta, insofferenza, ansia e non finire, né suggerire mai le parole.
Può essere estremamente utile valorizzare le altre qualità del bambino in modo da aumentare la sua autostima.

Mai anticipare il bambino quando parla, completando le parole o le frasi e non interromperlo dicendogli che si è già capito. Evitare di promettere premi se riesce a parlare correttamente, mai mortificarlo davanti a parenti e amici. Dimostrare interesse verso quello che dice è imprescindibile.

Chi balbetta è più a rischio di bullismo 

La scuola riapre finalmente i battenti e ciò, per alcuni studenti, è motivo di ansia: stando a un rapporto Istat, infatti, poco più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri coetanei nei 12 mesi precedenti. Nel 6% dei casi la derisione è causata dall’aspetto fisico o dal modo di parlare, tanto che i bambini con disturbi specifici del linguaggio, tra cui la balbuzie, sono tre volte più a rischio di bullismo. La balbuzie, a volte associata anche a spasmi facciali o movimenti involontari, attira l’attenzione degli altri e può far diventare il ragazzo che balbetta un facile bersaglio di scherno.

lunedì 14 ottobre 2019

Obesità aumento del rischio di cancro


L'11 ottobre scorso è stata la giornata mondiale dell'obesità, con l'aumento di peso aumenta il rischio di cancro del 50%

Secondo un recente studio del Cancer Council of Victoria, che ha seguito oltre 30 mila persone fino ai trent'anni. Sotto esame l'indice di massa corporea che si assume con l'età adulta e l'incidenza di cancro legato all'obesità.
Lo studio ha dimostrato che aumentando di peso gradualmente durante l'età adulta ha un rischio di oltre il 30% di contrarre 13 tipi diversi di cancro. Gli adulti, invece, che diventano obesi hanno un rischio che raggiunge il 50%. 
Per verificare se si è in sovrappeso l'indice di massa corporea deve superare 25. 
Come si calcola IMC
Peso kg / (Altezza x Altezza) = Peso/(risultato AxA) = IMC

Esempio:
55Kg / (1,58 x 1,58) = 2,4    =   55/2,4 = 22,91 IMC

è possibile calcolare la propria massa corporea anche on line
Calcola il tuo IMC

Fino a 30 si è in sovrappeso, mentre superando 30 si è obesi. 

Con l'obesità cresce il rischio di alcuni tipi di cancro che riguardano il fegato, all'esofago, al pancreas, tiroide, ovaie.

Gli studiosi raccomandano di mantenere un peso corporeo normale durante l'età adulta, seguire uno stile di vita sano, con un'alimentazione con pochi cibi grassi e con un'adeguata attività fisica. Tali fattori, infatti, contribuiscono a mantenere un peso nella norma. 
Ciò che gli esperti raccomandano maggiormente è di evitare le bibite gassate e zuccherate. 
In Italia i dati sono sempre più preoccupanti; infatti l'obesità è spesso diffusa anche durante l'infanzia e l'adolescenza. Complice di questa negativa tendenza sono il fast food, le merendine e le bibite gassate. 
Le eccezioni sono sempre ammesse, ogni tanto ci si può concedere qualche piccolo peccato, ciò che non va è quando la sregolatezza nell'assumere cibi di ogni genere e a tutte le ore diventa abitudine.

L'attività fisica non dovrebbe mai essere abbandonata; non deve essere necessariamente corsa, ma anche camminata veloce, scale al posto dell'ascensore e passeggiata di almeno un'ora al giorno. 
Altri piccoli trucchi possono essere usati a tavola come ad esempio un buon bicchiere di vino al posto di una bevanda gassata, frutta secca, poco olio e poco pane, possibilmente integrale. 
Il pasto può essere preceduto da una mela o da un'insalata che diminuiscono il senso di fame. 

martedì 8 ottobre 2019

Intesa scientifica in Russia per terapie oncologiche d'avanguardia


Nell'ambito delle iniziative di internazionalizzazione della Regione Campania, una delegazione composta dall'assessore regionale alla internazionalizzazione Valeria Fascione e da un gruppo di medici e ricercatori dell’IRCCS Pascale di Napoli ha incontrato il Governatore della Regione di Perm, Maxim Reshetnikov. 

Nel corso dell'incontro, cui hanno preso parte, insieme al direttore generale del Pascale Attilio Bianchi, anche i Ministri dello sviluppo economico e della Salute della Regione di Perm (nota peraltro per essere la città del Dottor Zivago), sono stati affrontati i temi relativi allo sviluppo di collaborazioni  sul piano scientifico e accademico su campi di reciproco interesse ed in particolare nella medicina oncologica. 
Sono previsti scambi tra docenti e studenti, sviluppo di progetti di ricerca congiunti e un’intensa attività di formazione a favore dei giovani medici.
“La partnership tra il nostro Istituto Pascale e gli ospedali ed enti di ricerca russi mostra il livello di eccellenza dei nostri medici e la loro capacità di fare e di diffondere innovazione. 
La Campania, anche attraverso gli interventi di sostegno di questa Giunta, sta creando un vero e proprio ecosistema dove università, ospedali, enti di ricerca, aziende, collaborano allo sviluppo di nuove terapie oncologiche che trovano applicazione in tutto il mondo”. 
Nel corso dell’incontro l’Assessore Fascione ha invitato a nome del Presidente De Luca il Governatore Reshetnikov ad un incontro bilaterale in Campania per valutare ulteriori possibilità di collaborazione in campo economico. L’invito è’ stato accettato con entusiasmo: prossimo appuntamento per gli inizi del 2020.
La Fondazione Pascale
L’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori “Fondazione Giovanni Pascale”, fondato nel 1933 ad opera del Senatore Giovanni Pascale; è oggi un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di diritto pubblico che, coniugando attività di ricerca (sperimentale e clinica) e prestazioni assistenziali di elevata complessità e qualità, costituisce una tra le più significative realtà sanitarie del Sud d’Italia in campo oncologico
L’Istituto Nazionale Tumori rappresenta il centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura delle patologie neoplastiche, riconosciuto come Centro Oncologico di Riferimento Polispecialistico (CORP) con funzioni diagnostico/stadiative, terapeutiche e di follow-up oncologico e Centro Oncologico di Riferimento Polispecialistico a carattere Scientifico (CORPUS) a cui, sono attribuite anche altre funzioni peculiari nella rete oncologica della Regione Campania.

fonte: 25/09/2019 - Comunicato n. 276 - Regione Campania e Istituto Pascale

Le notti insonni danneggiano l'intestino, uno studio spiega perché

Ricerca dello Champalimaud Center for the Unknown a Lisbona

Chi lavora di notte o viaggia spesso incrociando diversi fusi orari può avere una maggiore tendenza al sovrappeso e a soffrire di infiammazione intestinale. La causa è stata oggetto di numerosi studi, e ora una ricerca dello Champalimaud Center for the Unknown a Lisbona ha scoperto che la funzione di un gruppo di cellule immunitarie, che contribuiscono fortemente alla salute dell'intestino, è direttamente controllata dall'orologio circadiano del cervello.

 I risultati sono stati pubblicati su Nature. Quasi tutte le cellule del corpo hanno un meccanismo genetico interno che segue il ritmo circadiano. Anche se questi 'orologi' cellulari sono autonomi, devono essere sincronizzati. Tra la varietà di cellule immunitarie nell'intestino, il team ha scoperto che quelle linfoidi innate di tipo 3 (ILC3), che aiutano a combattere le infezioni e controllano l'integrità dell'epitelio intestinale, erano particolarmente sensibili ai cambiamenti dei geni di questo 'orologio' interno. Il loro numero diminuiva sensibilmente quando il normale ritmo circadiano veniva interrotto. Andando alla ricerca delle cause, gli studiosi hanno compreso che alle cellule mancava una sorta di 'etichetta', un 'codice di avviamento' molecolare. Per localizzarsi nell'intestino, infatti, le ILC3 devono esprimere una proteina che funziona come un codice postale molecolare. 

Questa 'etichetta' indica loro dove 'migrare'. In assenza degli input circadiani del cervello, non sono in grado di raggiungere la loro destinazione. Secondo Henrique Veiga-Fernandes, autore principale della ricerca, i risultati chiariscono perché la salute dell'intestino venga compromessa in chi è abitualmente attivo durante la notte. "Durante il periodo attivo - sottolinea - l'orologio circadiano del cervello riduce l'attività delle ILC3 al fine di promuovere un metabolismo lipidico sano. Ma l'intestino potrebbe essere danneggiato durante l'alimentazione, quindi l'orologio circadiano del cervello indica loro di tornare".

fonte: Ansa

mercoledì 18 settembre 2019

In India bando totale per le sigarette elettroniche

Decisione del Consiglio dei Ministri, annunciata da Sitaram


Arriva un decreto legge a vietare le sigarette elettroniche, lo ha annunciato il ministro delle Finanze indiano, Nirmala Sitaram; infatti, oggi che il Consiglio dei Ministri ha approvato la messa al bando totale delle sigarette elettroniche e dei narghilè che usano lo stessa tecnologia.
Il divieto riguarda la produzione, il commercio, l’import e l'export, la vendita, la distribuzione, lo stoccaggio e qualsiasi forma di pubblicità sulle sigarette elettroniche, e uscirà a breve un decreto legge, che verrà votato dal Parlamento nella prossima sessione di ottobre. 
 La violazione del divieto sarà sanzionata con severe pene fino a un anno di prigione e sanzioni 
di 100mila rupie (1.404 dollari), e fino a tre, nel caso in cui il reato dovesse ripetersi


   

giovedì 8 agosto 2019

Integratori la dose giornaliera. quale è e perchè

Fattori ambientali, stile di vita possono danneggiare le assunzioni di vitamine e minerali. Gli integratori aiutano ma con quale dosaggio. 

Negli stati Uniti dove le ricerche in questo campo sono iniziate intorno agli ani ’40, il Food and Nutrition Board (Comitato per il cibo e la nutrizione) del National Research Council (Consiglio nazionale delle ricerche) ha stabilito, per vitamine e sali minerali, linee guida relative alla dose giornaliera consigliata. In origine questo lavoro aveva l’intento di ridurre l’incidenza di alcune malattie derivanti da gravi carenze nutrizionali, quali lo scorbuto (carenza di vitamina C), la pellagra (carenza di niacina) e il beriberi (carenza di vitamina B). 
Un altro aspetto cruciale consisteva nel fatto che i regimi dietetici raccomandati dovevano servire come base per valutare l’adeguatezza delle diete di gruppi di persone e non di singoli individui: le variazioni insite nelle necessità nutrizionali di ciascun soggetto sono infatti così ampie da rendere assurda la pretesa che i regimi dietetici raccomandati siano identici per tutti. Come affermato dal Food and Nutrition Board: «Gli individui con specifiche esigenze nutrizionali non sono stati considerati dalle RDA». Una strabiliante quantità di ricerche scientifiche, comprese quelle pubblicate ogni anno dalla redazione di Hepius, indica che i livelli ‘ottimali’ di molti nutrienti, attraverso gli integratori alimentari, soprattutto i cosiddetti nutrienti antiossidanti come le vitamina C e la vitamina E, il beta-carotene e il selenio, possono essere in realtà anche più elevati delle indicazioni attualmente contenute nei regimi dietetici raccomandati. La preoccupazione di questi regimi, infatti, è solamente la prevenzione di carenze nutrizionali in gruppi di popolazione; essi non definiscono il livello ‘ottimale’ di assunzione per un individuo degli integratori a base antiossidante. 
Altri elementi non considerati adeguatamente dai regimi dietetici raccomandati sono i fattori ambientali e lo stile di vita, i quali possono distruggere le vitamine e legare i sali minerali. Per esempio, persino il Food and Nutrition Board ammette che i fumatori hanno bisogno almeno di una quantità doppia di vitamina C rispetto ai non fumatori; ma che cosa ne è del rapporto degli altri nutrienti col fumo? E quali sono gli effetti del consumo di alcol, additivi alimentari, metalli pesanti (piombo, mercurio e così via), monossido di carbonio e delle altre sostanze chimiche associate con la vita moderna, che è risaputo interferiscono con le funzioni dei nutrienti? Affrontare i pericoli della vita moderna può essere un’altra delle ragioni che spingono molte persone ad assumere integratori. Sebbene le RDA abbiano fatto un buon lavoro nella definizione dei livelli di assunzione dei nutrienti necessari per prevenire carenze nutrizionali, c’è ancora molto da imparare sul loro consumo ottimale. I centri di ricerca per esempio indicano come alcuni componenti alimentari tra cui flavonoidi, probiotici, carnitina e coenzima Q10 abbiano degli impatti straordinari sulla miglioramento della salute. Questi composti esercitano significativi effetti terapeutici, a fronte di una scarsa, o nulla, tossicità. Una cautela importante. 
La stessa espressione integratori alimentari denota il fatto che si sta parlando di misure aggiuntive per una buona salute. È sempre bene ricordare come una persona non può porre rimedio a cattive abitudini alimentari, a un atteggiamento negativo e alla mancanza di esercizio fisico semplicemente prendendo delle pillole, siano queste farmaci o integratori alimentari. Sebbene molti integratori alimentari siano efficaci nel migliorare la salute, a lungo termine è assolutamente essenziale sviluppare un atteggiamento mentale positivo, seguire un programma regolare di esercizi fisici e una dieta sana.
Fonte: Notiziabile - Barbara Calligaris - hepius.comBarbara Calligaris

giovedì 6 giugno 2019

Un nuovo studio scientifico rivela l'importanza delle verdure per il nostro cervello

Cotti o crudi? Per il cervello fa differenza

Uno studio scientifico dimostra che nel riconoscimento si attivano parti diverse: davanti agli alimenti cotti entra in gioco anche la conoscenza del processo di trasformazione che hanno subito, dei valori nutrizionali e delle abitudini di consumo.
Il cibo è cotto o crudo? Per riconoscerlo utilizziamo due aree diverse del cervello. Lo dimostra uno studio dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste (Sissa), recentemente pubblicato sulla rivista inglese Scientific Reports.

Sembra infatti che per cibi diversi si attivino regioni cerebrali diverse, a causa del coinvolgimento di due componenti distinte della cosiddetta ‘memoria semantica’, quella a cui si ricorre per riconoscere il mondo che ci circonda. Nel caso si tratti di frutta o verdura fresca, ad esempio, entra in azione la corteccia occipitale.

Se invece si ha davanti un pezzo di pane o un piatto di pasta al sugo, quindi cibo ‘lavorato’ e cotto, si attiva un’area chiamata giro temporale mediale. Secondo i ricercatori della Sissa, per identificare i cibi come la frutta fresca a lavorare è la parte della memoria semantica dedicata al sensoriale, in cui sono le caratteristiche legate ai sensi, come quelle visive o tattili, a portarci all’identificazione di un oggetto. Per quelli trasformati o cotti, invece, sono coinvolte le regioni cerebrali associate alla memoria semantica per le caratteristiche funzionali, con cui si può identificare un oggetto attraverso la funzione che gli associamo.

In qualche modo, quindi, è come se per i cibi cotti il riconoscimento avvenisse mettendo in gioco anche il processo di trasformazione che hanno subito, i loro valori nutrizionali o le abitudini di consumo. Un risultato che potrà aiutare a capire meglio come funziona la memoria e anche come vengono elaborate nel cervello le informazioni legate al cibo.

fonte: campagnamica.it

lunedì 25 marzo 2019

Italia-Cina, firmati 3 accordi in materia di sanità

Giulia Grillo: salute elemento strategico del partenariato con Pechino

Da molti giorni l'Italia è invasa da polemiche riguardanti il Memorandum del nostro paese messo a punto con la Cina. Gli accordi, nella maggioranza dei casi, come più volte affermato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, riguardano gli scambi commerciali. In particolare con questi accordi si è voluto aprire un varco per le aziende italiane nel mercato cinese. 
In occasione della visita in Italia del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, il Ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato sabato con le autorità del governo di Pechino tre accordi in materia sanitaria da lungo tempo oggetto in corso di approfonditi negoziati bilaterali nei settori alimentari, veterinario e, soprattutto, della salute.

    Il primo di questi accordi è il nuovo Piano di Azione per il triennio 2019-21 in materia di cooperazione sanitaria tra i due Paesi, che prevede un significativo rafforzamento della collaborazione in molteplici settori che vanno dal confronto sui modelli di assistenza sanitaria, di management sanitario e gestione del rischio, alle politiche del farmaco, alla prevenzione delle malattie trasmissibili e non trasmissibili e alla medicina dello sport.
    Nell'ambito del tema della sicurezza alimentare già da tempo al centro della collaborazione tra le autorità competenti dei due Paesi è stato firmato l'atteso protocollo che consentirà l'accesso al mercato cinese di carne suina congelata dall'Italia. Nello stesso settore sono ora in un'avanzata fase di negoziato anche gli accordi che riguardano le esportazioni in Cina di carni e prodotti bovini e di pollame.
    È stato poi firmato un protocollo per l'esportazione di seme bovino dall'Italia alla Cina che apre un importante canale commerciale per questo comparto zootecnico del nostro Paese.
    Va infine segnalata la firma da parte dell'Istituto Superiore di Sanità di un memorandum di collaborazione scientifica con lo Shangai Hospital Development Center con l'obiettivo dalla creazione di una alleanza di eccellenza scientifica mondiale nel settore della salute pubblica e della ricerca.

Anche in campo sanitario, come per tutti gli altri accordi raggiunti bisognerà vigilare ed evitare invasioni di campo. 

    "La firma di questi accordi - dichiara il Ministro Giulia Grillo - conferma come il settore sanitario sia parte significativa del partenariato strategico italo-cinese. Sono anche molto fiduciosa che all'accordo sulle esportazioni di carni suine, a lungo atteso dai nostri produttori, faranno presto seguito ulteriori intese riguardanti altri settori, altrettanto auspicati dai produttori di carne del nostro Paese".
fonte: Ansa Salute

sabato 16 febbraio 2019

Prima terapia anti tumore con cellule paziente arriva in Ue


La cura per i tumori chiamata 'Car T', che prevede l'uso delle cellule del paziente 'addestrate' a riconoscere quelle tumorali, è arrivata in Europa. La Commissione Ue ha infatti approvato il tisagenlecleucel, la prima terapia basata su questa tecnica, per due neoplasie.
    Il via libera, spiega il comunicato dell'azienda Novartis che l'ha messa a punto, è arrivato per la leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B nei pazienti pediatrici e fino ai 25 anni di età e il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) negli adulti, e in entrambi i casi va usata per le forme che non rispondono alle terapie tradizionali. La Cart-t therapy consiste nel prelevare i linfociti T del paziente, un tipo di cellule del sistema immunitario, modificandoli perché riconoscano le cellule tumorali e poi reinfondendoli dopo averli fatti replicare. L'approvazione della Commissione è arrivata dopo il parere positivo del Chmp, il comitato dell'Ema che si occupa dell'approvazione dei farmaci, a fine giugno. Tisagenlecleucel è stato anche la prima terapia cellulare CAR-T mai approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. "L'approvazione di tisagenlecleucel rappresenta una svolta trasformativa per i pazienti in Europa che hanno bisogno di nuove opzioni terapeutiche - ha affermato Liz Barrett, CEO di Novartis Oncology - Perseguendo tenacemente il suo obiettivo di ridisegnare la cura del cancro, Novartis sta realizzando un'infrastruttura globale per la fornitura di terapie cellulari CAR-T, laddove prima non ne esisteva alcuna".

La terapia, sottolinea la nota, ha ricevuto la designazione di 'medicinale orfano', ed è una delle prime terapie designate come Prime, il programma speciale dell'Ema che velocizza l'iter di alcuni farmaci mirati, a ricevere l'approvazione comunitaria. "Per i pazienti della UE, la disponibilità di tisagenlecleucel rappresenta un progresso senza precedenti del paradigma terapeutico - spiega Peter Bader del'University Hospital for Children and Adolescents di Frankfurt/Main, che ha coordinato uno degli studi clinici sulla terapia -, e costituisce inoltre una terapia salvavita per i giovani pazienti con LLA che non sono stati trattati con successo con le terapie esistenti e per i quali sono rimaste poche opzioni terapeutiche". 
Via libera da parte della Commissione Europea anche ad un'altra terapia per un tipo particolare di tumore basata sulla tecnica 'Car T'. La luce verde è arrivata per il axicabtagene ciloleucel, messa a punto dall'azienda Gilead, che si affianca al tisagenlecleucel, che fa parte della stessa tipologia di farmaci. L'axicabtagene è stato approvato come trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma), entrambi recidivanti o refrattari, dopo due o più linee di terapia sistemica. "Axicabtagene ciloleucel è una nuova e promettente metodologia per trattare i pazienti europei con DLBCL e PMBCL - ha affermato Pier Luigi Zinzani, professore di Ematologia dell'Istituto di Ematologia L. e A. Seràgnoli di Bologna -. Molti pazienti con queste forme aggressive di linfoma non Hodgkin, infatti, non rispondono alle terapie attualmente disponibili, o le hanno fallite, e hanno pertanto una prognosi molto sfavorevole; axicabtagene ciloleucel rappresenta per loro una nuova opzione terapeutica che ha dato risultati eccellenti come dimostrato dai dati che hanno portato all'autorizzazione europea all'immissione in commercio".
Fonte: Ansa - 27 agosto 2018

domenica 3 febbraio 2019

Farmaci costosi? Come risparmiare


Già da alcuni anni i farmaci di note case, hanno perso la copertura del brevetto, perdendo in questo modo la possibilità di essere venduti solo da quelle aziende farmaceutiche, che avevano scoperto il principio attivo e depositato il brevetto. I farmaci generici, non sono altro che medicine con lo stesso principio, venduti ad un prezzo inferiore, in quanto l’azienda che li produce non deve pagare i diritti a chi ha scoperto il principio. Nonostante ciò molte persone continuano a comprare i medicinali che hanno sempre comprato. In realtà bisogna essere abbastanza tranquilli da questo punto di vista, poiché il Ministero della salute, prima di autorizzare la produzione di un farmaco, effettua i dovuti controlli e si assicura che i principi contenuti in un determinato farmaco corrispondano a quello di riferimento. Quindi è garantita la qualità e l’efficacia dei medicinali generici. Inoltre al farmacista va sempre chiesto il farmaco generico, oltre ad uno sconto che la maggior parte delle farmacie praticano, per accattivarsi il cliente. Va bene diventare cliente fisso di una farmacia che ci pratica una buona percentuale di sconto. Quando si ha qualche dubbio, basta verificare da internet, di solito on line trovi tutto ciò che è indicato nel foglietto delle indicazioni. In generale il risparmio maggiore si trova nei grandi centri commerciali, dove sono presenti le parafarmacie, con una vasta gamma di prodotti da banco. Sul sito generici.it è possibile verificare la composizione e altre informazioni sui farmaci generici. Infine, negli ultimi tempi molti specialisti prescrivono integratori al posto dei farmaci; ciò avviene perché recenti ricerche hanno dimostrato che molte patologie compaiono quando vi sono gravi carenze vitaminiche. Ovviamente sarà lo specialista a prescrivere le vitamine in sostituzione di una terapia o come combinazione, quindi insieme ai medicinali. Oggi le formulazioni vitaminiche sono molto all'avanguardia e vi sono aziende che producono con sistemi fortemente innovativi e a prezzi davvero competitivi. On line si possono trovare forti sconti e agevolazioni per le spese di spedizione oltre a prodotti unici e di alta qualità. 



La Verità sull'abuso di "Farmaci Prescritti”


Le cronache riportano ogni giorni fatti violenti commessi da persone sotto effetto di farmaci, che comunque sono veleni, esattamente come le droghe e come tali alterano le percezioni normali di una persona distorcendo la realtà e facendo commettere azioni non razionali e fuori controllo.
C'è chi pensa che i farmaci, solo per il fatto che vengono prescritti dai medici, non rientrino nella categoria delle droghe, in effetti non è così, una delle cause maggiori di morte è sicuramente quella per overdose, e/o effetti collaterali di farmaci prescritti. L'abuso di farmaci prescritti può essere ancora più rischioso dell'abuso di droga illegale. La forza di alcune delle droghe sintetiche (create dall'uomo) disponibili come farmaci prescritti creano un alto rischio di overdose. I farmaci prescritti che vengono assunti maggiormente a “ scopo ricreativo” includono le seguenti categorie: sedativi( vi rientrano diverse categorie fra cui barbiturici, che vengono utilizzati come sedativi e sonniferi, tutte le benzodiazepine ecc), oppiacei ed i derivanti della morfina ( più noti con il nome di antidolorifici), stimolanti, antidepressivi. Questi farmaci, oltre a creare una vera e propria dipendenza, hanno effetti collaterali devastanti che vanno dalle manie suicide a quelle omicide, al vero e proprio sballo farmaceutico, i danni, che questi farmaci hanno sulla popolazione, non riguardano solo chi li assume, ma anche chi, suo malgrado ne subisce l'effetto vivendo o avendo a che fare con persone che ne abusano. Le cronache riportano ogni giorni fatti violenti commessi da persone sotto effetto di farmaci, che comunque sono veleni, esattamente come le droghe e come tali alterano le percezioni normali di una persona distorcendo la realtà e facendo commettere azioni non razionali e fuori controllo. Ecco perché tutti noi dovremmo fare molta attenzione nell'assumere ogni tipo di farmaco, ma soprattutto pensarci molto bene prima di somministrare qualsiasi medicinale ad uno dei nostri bambini. I Volontari della campagna La Verità sulla Droga, questa settimana, hanno distribuito gratuitamente opuscoli informativi sui farmaci prescritti, a Lucca, Firenze, Viareggio Livorno lo scopo è dare le giuste informazioni affinchè chi ne fa uso sia consapevole di ciò che sta assumendo ed eviti, laddove è possibile, di somministrare farmaci ai bambini. “I dati falsi possono far commettere errori stupidi. Possono perfino impedire di assimilare i dati autentici . E' possibile risolvere i problemi dell'esistenza solo quando si posseggono dati autentici”.L. Ron Hubbard
Fonte: comunicato stampa Notiziabile - Carla Ducci

giovedì 10 gennaio 2019

La crisi di mezza età non è reale, si fanno cambiamenti positivi

E' un momento crescita che richiede un processo aggiustamento


La crisi di mezza età, quanto c'è di vero? Molti sono convinti che esista, ma ci sono poche prove al riguardo, secondo il professor Nick Haslam, che insegna psicologia all'Università di Melbourne. Haslam, in un articolo su The Conversation, sostiene che la mezza età è un periodo di crescita che "richiede un processo di aggiustamento". E spiega che studi hanno dimostrato che gli anziani scelgono la mezza età come la fase che preferiscono di più. Secondo Haslam il concetto è elastico e le "crisi" che si verificano potrebbero essere accadute in qualsiasi altro momento. In sostanza, evidenzia, "probabilmente non vi è alcuna distinta crisi di mezza età, solo crisi che si verificano durante la mezza età, ma potrebbero ugualmente essersi verificate prima o dopo" . Lo psicoanalista Elliot Jaques, che ha coniato il termine "crisi di mezza età" nel 1965, pensava che riflettesse un nascente riconoscimento della propria mortalità. 

Carl Jung, il padre della psicologia analitica, pensava invece che le parti maschili e femminili di una persona si unissero nella mezza età. L'idea che sia un periodo di 'tenebra psicologica' secondo lo psicologo è smentita anche dalle prove di alcune ricerche. Alcune prendono in considerazione il cambiamento di personalità, come uno studio longitudinale che ha seguito migliaia di americani dai 41 ai 50 anni, scoprendo che con l'età sono diventati meno nevrotici e più coscienti di sé. Un altro studio che ha seguito donne di età compresa tra 43 e 52 anni e ha mostrato che tendevano a diventare meno dipendenti e autocritiche e più fiduciose, responsabili e decise, invecchiando. In generale, secondo Haslam, i cambiamenti psicologici durante la mezza età sono positivi. La personalità diventa più salda, mentre le emozioni positive, in media, aumentano gradualmente durante la vita. La sfida è uscirne alla fine con una rinata soddisfazione nei confronti della vita. Secondo Victor Hugo:"quando la grazia è unita alle rughe, è adorabile".
Fonte: Ansa