Fattori ambientali, stile di vita possono danneggiare le assunzioni di vitamine e minerali. Gli integratori aiutano ma con quale dosaggio.
Negli stati Uniti dove le ricerche in questo campo sono iniziate intorno agli ani ’40, il Food and Nutrition Board (Comitato per il cibo e la nutrizione) del National Research Council (Consiglio nazionale delle ricerche) ha stabilito, per vitamine e sali minerali, linee guida relative alla dose giornaliera consigliata. In origine questo lavoro aveva l’intento di ridurre l’incidenza di alcune malattie derivanti da gravi carenze nutrizionali, quali lo scorbuto (carenza di vitamina C), la pellagra (carenza di niacina) e il beriberi (carenza di vitamina B).
Un altro aspetto cruciale consisteva nel fatto che i regimi dietetici raccomandati dovevano servire come base per valutare l’adeguatezza delle diete di gruppi di persone e non di singoli individui: le variazioni insite nelle necessità nutrizionali di ciascun soggetto sono infatti così ampie da rendere assurda la pretesa che i regimi dietetici raccomandati siano identici per tutti. Come affermato dal Food and Nutrition Board: «Gli individui con specifiche esigenze nutrizionali non sono stati considerati dalle RDA». Una strabiliante quantità di ricerche scientifiche, comprese quelle pubblicate ogni anno dalla redazione di Hepius, indica che i livelli ‘ottimali’ di molti nutrienti, attraverso gli integratori alimentari, soprattutto i cosiddetti nutrienti antiossidanti come le vitamina C e la vitamina E, il beta-carotene e il selenio, possono essere in realtà anche più elevati delle indicazioni attualmente contenute nei regimi dietetici raccomandati. La preoccupazione di questi regimi, infatti, è solamente la prevenzione di carenze nutrizionali in gruppi di popolazione; essi non definiscono il livello ‘ottimale’ di assunzione per un individuo degli integratori a base antiossidante.
Altri elementi non considerati adeguatamente dai regimi dietetici raccomandati sono i fattori ambientali e lo stile di vita, i quali possono distruggere le vitamine e legare i sali minerali. Per esempio, persino il Food and Nutrition Board ammette che i fumatori hanno bisogno almeno di una quantità doppia di vitamina C rispetto ai non fumatori; ma che cosa ne è del rapporto degli altri nutrienti col fumo? E quali sono gli effetti del consumo di alcol, additivi alimentari, metalli pesanti (piombo, mercurio e così via), monossido di carbonio e delle altre sostanze chimiche associate con la vita moderna, che è risaputo interferiscono con le funzioni dei nutrienti? Affrontare i pericoli della vita moderna può essere un’altra delle ragioni che spingono molte persone ad assumere integratori. Sebbene le RDA abbiano fatto un buon lavoro nella definizione dei livelli di assunzione dei nutrienti necessari per prevenire carenze nutrizionali, c’è ancora molto da imparare sul loro consumo ottimale. I centri di ricerca per esempio indicano come alcuni componenti alimentari tra cui flavonoidi, probiotici, carnitina e coenzima Q10 abbiano degli impatti straordinari sulla miglioramento della salute. Questi composti esercitano significativi effetti terapeutici, a fronte di una scarsa, o nulla, tossicità. Una cautela importante.
La stessa espressione integratori alimentari denota il fatto che si sta parlando di misure aggiuntive per una buona salute. È sempre bene ricordare come una persona non può porre rimedio a cattive abitudini alimentari, a un atteggiamento negativo e alla mancanza di esercizio fisico semplicemente prendendo delle pillole, siano queste farmaci o integratori alimentari. Sebbene molti integratori alimentari siano efficaci nel migliorare la salute, a lungo termine è assolutamente essenziale sviluppare un atteggiamento mentale positivo, seguire un programma regolare di esercizi fisici e una dieta sana.
Fonte: Notiziabile - Barbara Calligaris - hepius.comBarbara Calligaris
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