martedì 9 gennaio 2018

Scopri il vaccino antinfluenzale naturale



Gli esperti annunciano che nei prossimi giorni ci sarà il picco dei contagi da influenza 2018. A preoccupare i virologi sono i virus H3N2, per ora registrati in Australia. Nella maggior parte dei casi a colpire le persone sono disturbi da sindrome influenzale e non la vera e propria influenza.

Come capire quando si tratta di influenza

L'influenza 2018 si riconosce dalla presenza di febbre elevata, dolori muscolari, mal di gola e problemi respiratori.

Cosa succede adesso e nel 2019?

L'influenza di quest'anno, il virus H1N1 è molto simile a quello dello scorso anno; le previsioni parlano di 5 milioni di italiani costretti a letto nei primi giorni del 2019

Nell'ultima settimana sono 138.000 gli italiani costretti a letto, ma si tratta di un numero destinato a salire.

Attualmente le regioni più colpite sono le regioni del Nord fra cui Toscana, Piemonte, Liguria e Lombardia. Mentre al sud Abruzzo e Sicilia.

Perché vi sono incertezze sui vaccini?

Molti esperti virologi consigliano di vaccinarsi contro l'influenza, mentre altri sono contrari. I pareri discordanti nascono da diversi fattori e motivazioni. I primi pensano che il vaccino sia l'unica strada per evitare il contagio del virus dell'influenza, mentre i secondi pensano che ci si può ammalare indipendentemente dalla vaccinazione e che anzi i vaccini contengano delle sostanze tossiche per l'organismo.

Il ceppo virale presente nel vaccino non è spesso quello giusto...

Cosa può fare chi non si è vaccinato? Esistono rimedi alternativi al vaccino?

Vi sono molte alternative ai vaccini sia naturali sia omeopatici.

  • Influenzium 200 ch (rimedio omeopatico in farmacia);
  • Pulsatilla spray nasale (omeopatico in farmacia);
  • Curcuma (rafforza il sistema immunitario);
  • Miele e cannella;
  • Assunzione di Probiotici (bifidobatteri, yogurt, aceto di mele);
  • Miele zenzero e limone;
  • Vitamina D (Integratori);
  • Vitamina C (Integratori);
  • Aloe Vera;
  • Echinacea

L'Aloe Vera è disintossica e depura l'organismo, è un potente antinfiammatorio per osteoartrite e artrite reumatoide, è un antibiotico naturale in grado di curare una vasta gamma di infezioni

Da "Lastampa.it"  
Le ragioni della carenza
Se il vaccino antinfluenzale oggi è quasi introvabile, lo si deve a una produzione tarata sulle richieste registrate nel 2017. Questo scenario ha fatto finire nel mirino le aziende che producono l’antidoto: Sanofi-Pasteur, GlaxoSmithKline e Seqirus. Ma in realtà sono state le Regioni - che nella maggior parte dei casi programmano l’acquisto delle dosi a cadenza biennale, motivo per cui faticano ad adeguarsi a inattesi cambi di rotta - a sottostimare la domanda da parte degli italiani. Le multinazionali si sono soltanto comportate di conseguenza: fornendo scorte adeguate alla richiesta, salvo poi essere pressate per rimediare in corsa. Un’operazione che, però, risulta sempre difficile, per due ragioni: servono almeno tre settimane per produrre nuove dosi di vaccini e non è facile favorire una «compensazione» da parte di altri Paesi, dove i vaccini sono accompagnati da indicazioni in altra lingua. A ogni modo, le prime informazioni che giungono da pediatri, ginecologi e dipartimenti di prevenzione delle Asl lasciano intendere che la maggior parte della popolazione da proteggere oggi risulta vaccinata.
L’inversione di tendenza
Oggi richiedere la profilassi è pressoché un miraggio (sicuramente) per la maggior parte degli abitanti della Sardegna, della Campania e dell’Emilia Romagna. Negli ultimi giorni, queste regioni non hanno fatto mistero della penuria di vaccini sul proprio territorio. Leggermente migliore risulta la situazione in Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige e Lombardia: anche se pure nelle rispettive province non è semplice correre ai ripari, adesso che il termometro inizia a far registrare un brusco calo delle temperature. Sembrano reggere l’urto della richiesta, invece, le regioni del Centro e del Sud. La vaccinazione antinfluenzale è una misura di profilassi raccomandata da tempo, soprattutto per alcune fasce della popolazione. Negli anni passati, però, si è fatta molta fatica a far arrivare questo messaggio ai target di riferimento. Le conseguenze della malattia sono state a lungo «snobbate». Poi è stata la volta del «caso-Fluad» - scoppiato nel 2014 dopo il decesso di tre anziani in seguito alla profilassi e al ritiro da parte dell’Aifa di due lotti di vaccino, prima che le indagini «scagionassero» i vaccini - che ha alimentato lo scetticismo nei confronti delle vaccinazioni e fatto calare in maniera decisa il tasso specifico di copertura. Evidentemente l’epidemia dello scorso anno, con otto milioni di persone costrette a letto dal virus, è servita a invertire la rotta e a «riavvicinare» gli italiani a uno strumento di salute che tutela innanzitutto gli anziani (i più esposti alle complicanze dell’influenza) e i bambini (numericamente, i più colpiti dal virus). Da qui il problema registrato nelle ultime settimane: è cresciuta la domanda, mentre lo stesso trend non si è verificato per l’offerta.
Fonte: La Stampa 17/12/2018
                                                                            

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