Dal rapporto Istisan - "Sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri produttori di carbapenemasi" dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), è emerso che in Italia dal 2013 al 2016 gli enterobatteri resistenti agli antibiotici siano aumentati.
Gli aumenti variano da regione a regione; Nel nord Italia per esempio c'è stato un incremento dei batteri pari al 51,7%, con la segnalazione di 2.758 casi.
Il rapporto fotografa il 25% circa al centro Italia e il 14% circa nel sud; i pazienti più colpiti sono di sesso maschile ed hanno un'età media di 65 anni.
Altro dato emerso è che l'84% delle persone colpite si trovano in ospedale al momento dei sintomi e precisamente nei reparti di terapia intensiva, medicina generale e chirurgia.
Consigli pratici
Il problema della resistenza agli antibiotici preoccupa già da tempo gli scienziati, tanto che si pensa a possibili soluzioni e all'istituzione di ente che vigili sulla situazione.
La resistenza è piuttosto normale, nel senso che in una colonia di batteri ne esistono alcuni che sviluppano una resistenza maggiore, cioè sono insensibili all'antibiotico somministrato.
Per scongiurare l'insiedamento di batteri resistenti è importante osservare alcune regole comportamentali - Ecco quali sono:
- Limitare l'uso di antibiotici per semplici infezioni;
- Evitare dio prendere antibiotici a scopo preventivo;
- Assumere ad intervalli periodici probiotici e prebiotici;
- Avere un'attenta e sana igiene personale
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