martedì 17 novembre 2020

Covid: studio Iss dimostra la persistenza degli anticorpi

 


Analisi su popolazione di 5 Comuni trentini esposti al virus

I ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss) hanno dimostrato la persistenza degli anticorpi che bloccano la proteina "spike" del virus Sars-Cov-2 nelle persone che hanno contratto l'infezione. Il dato è emerso sulla base dei test sierologici effettuati su un campione di circa 7.000 persone provenienti da cinque comuni del Trentino risultati particolarmente esposti alla prima ondata pandemica.
    La notizia è stata comunicata, in video conferenza stampa, da Giovanni Rezza, della Direzione generale prevenzione del ministero della Salute. 

Lo studio è stato compiuto, in collaborazione con la Provincia automa di Trento, a seguito dell'indagine epidemiologica condotta durante l'estate a Canazei, Campitello di Fassa, Vermiglio, Borgo Chiese e Pieve di Bono-Prezzo, dove si è registrata un'incidenza media dell'intenzione pari al 23%, con una mortalità del 2%. 

La ricerca sulla persistenza degli anticorpi, coordinata da Paola Stefanelli sulla base di uno dei campioni più ampi a livello internazionale, ha dimostrato come dopo quattro mesi dall'infezione gli anticorpi verso la proteina 'spike' (di superficie) rimanevano nella grande maggioranza delle persone, mentre altri anticorpi tendevano a sparire, ha dichiarato Rezza. La presenza degli anticorpi neutralizzanti apre scenari positivi sull'effettiva protezione dei vaccini in arrivo. Rezza ha affermato che - In termini vaccinali, significa che la maggior parte delle persone che hanno questi anticorpi sono protette. Dobbiamo essere comunque cauti, perché abbiamo ancora poche evidenze scientifiche fuori dai laboratori.


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