giovedì 14 maggio 2020

Il gene che controlla la glicemia


La glicemia è il livello di concentrazione di glucosio nel sangue. É molto importante che i livelli di glicemia si mantengano entro un certo range per evitare problematiche a carico della nostra salute.
Il nostro corpo ha un sistema di regolazione che gli permette di mantenere abbastanza costante il livello glicemico durante tutta la giornata. Per fare questo intervengono una serie di ormoni, il più importante e conosciuto è senza dubbio l’insulina, prodotta dal pancreas, dall’azione ipoglicemizzante.
Il pericolo: l'insulino resistenza
L'insulino resistenza consiste nella diminuzione della capacità delle cellule di rispondere all'azione dell'insulina, in particolare di quelle del tessuto muscolare e adiposo.
L'insulina è un ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas. Dopo ogni pasto vengono normalmente rilasciate in circolo piccole quantità di insulina, con lo scopo di aiutare l'ingresso del glucosio nelle cellule, dove può essere utilizzato come fonte energetica.
Le cellule per poter vivere necessitano del glucosio; per questo motivo in presenza di insulino-resistenza, l'organismo cerca di compensare la diminuzione dell'ingresso di glucosio nelle cellule, producendo quantità maggiori di insulina. Ne consegue un innalzamento dei livelli di insulina (iperinsulinemia) e l'iperstimolazione dei tessuti ancora sensibili all'azione dell'ormone. Nel tempo, questo processo comporta uno sbilanciamento dell'equilibrio tra glucosio e insulina che, se non trattato, può portare a complicanze in varie parti dell'organismo.
L'insulino resistenza comporta un alto livello di glicemia e per questo sembra essere strettamente collegata al diabete mellito di tipo 2, patologia attualmente largamente diffusa, la sindrome metabolica e l'obesità.
L’insulina si lega ai suoi recettori e attiva dei segnali intracellulari che regolano molte funzioni, il metabolismo del glucosio e non solo, il tono vascolare.

Qual'è il gene che controlla la glicemia?
Recettore gamma che attiva il "Peroxisome-Proliferator"
Questa proteina dal nome così lungo è un recettore che si trova nel nucleo cellulare. PPARG è importante nella formazione e nello sviluppo degli adipociti (cellule del grasso).
Come recettore nucleare, quando certe molecole si legano ad esso (ad es. le prostaglandine), esso può legarsi direttamente al DNA ed influenzare l’espressione di specifici geni: in questo modo regola l’immagazzinamento degli acidi grassi ed il metabolismo del glucosio.
 La variante testata cambia l’aminoacido di questa proteina in posizione 12 da Prolina ad Alanina, e la versione con alanina ha una ridotta affinità per i geni target che significa che si lega al Dna con minore forza: questo provoca un effetto ridotto sulla loro espressione. La forma Ala sembra avere un effetto protettivo contro alti BMI ( indice di massa corporea), ed inoltre riduce la sensibilità all’insulina , ma solo in determinate condizioni.
CC - Gli individui con genotipo Pro/Pro sono più sensibili agli effetti negativi dei grassi saturi e dei carboidrati raffinati nella dieta, e allo stile di vita sedentario. E’ stato anche riportato che proporzioni più alte di grassi mono e polinsaturi nella dieta sono correlate ad un più basso indice di BMI.
CG - Gli individui con genotipo Pro/Ala non presentano associazione con un incremento di sensibilità ai carboidrati raffinati e ai grassi saturi.
GG - Anche gli individui con genotipo Ala/Ala non hanno un’associazione con un incremento della sensibilità per i carboidrati raffinati e/o per i grassi saturi. 

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fonte: Dna Solutions

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