lunedì 18 maggio 2020

Sensibilità al glutine


La malattia celiaca è una particolare forma di intolleranza permanente alla gliadina, una frazione proteica della farina di grano, di orzo e di altri cereali, che si instaura in soggetti geneticamente predisposti.
 La reazione di tipo autoimmunitario che ne consegue determina la distruzione dell’epitelio interno intestinale, con conseguente malassorbimento sia di macro che di micronutrienti.
L’intolleranza al glutine può manifestarsi in un periodo qualsiasi della vita, e non sempre si manifesta con sintomi eclatanti; la variabilità dei sintomi e la frequenza di forme asintomatiche silenti rendono a volte difficoltosa la diagnosi di malattia celiaca. 
In quali alimenti è contenuto il glutine?
La celiachia  è una patologia sistemica cronica che interessa prevalentemente l’apparato intestinale e che è causata da un’intolleranza di tipo permanente al glutine, una sostanza lipoproteica composta da due tipi di proteine, le gluteline e le prolammine (chiamate rispettivamente glutenine gliadine nel frumento);
Il  glutine è contenuto nel farro, nel grano, nel Kamut una varietà di grano, nell’orzo, nella segale e in altri cereali; riso e mais ne sono privi. Il glutine è pertanto contenuto in moltissimi alimenti di uso comune come i biscotti, il pane, la pasta, la pizza ecc., i suoi usi a livello alimentare sono molteplici, viene infatti usato come ingrediente in moltissimi prodotti, come addensante nell’industria farmaceutica, come sostanza in grado di dare elasticità e consistenza ai prodotti finali oltre a essere usato come agente lievitante degli impasti.
Sintomatologia
Sintomi riferiti tipici sono simili a quelli della malattia da reflusso gastro esofageo, dovuta a disturbi prevalentemente motori e di incontinenza cardiale che comportano una "risalita" di acido gastrico. Si sa che non esiste una stretta correlazione tra entità dei sintomi e entità del danno, per cui a fronte di una esofagite di grado lieve come quella vi sono dei sintomi più gravosi.
Queste forma si curano con uso di farmaci appropriati come inibitori della pompa protonica e cosiddetti eucinetici, ma sopratutto con norme igienico alimentari tese a regolare non solo il pasto ma il modo di mangiare. Non esiste correlazione causa effetto con la celiachia ma se stando a dieta è aumentato di peso, questo aumento può contribuire a esaltare la sintomatologia. 
Il malassorbimento causato dall’atrofia dei villi varia da soggetto a soggetto e dipende anche dalla porzione di intestino tenue colpita.
A seconda dell’ampiezza del tratto colpito, le più frequenti complicanze sono la carenza di ferro (anche detta anemia sideropenica), di folati, vitamine e sali minerali, magnesio, calcio e zinco su tutti.
La dieta gluten free è cruciale nel riequilibrare questi valori.

I sintomi che portano alla diagnosi di celiachia non sono sempre e solo digestivi. È anzi vero che molto spesso è il grandissimo campo di patologie extradigestiveche fa pensare alla malattia celiaca e che permette ad un buon medico di identificarla prendendole in analisi nel loro insieme anziché considerandole singolarmente. 
Sintomi atipici della malattia celiaca sono: anemia sideropenica (carenza di ferro), osteoporosi, dermatite erpetiforme, anoressia, comparsa recidiva di afte, alterazioni dello smalto dentale, alopecia, stomatite aftosa, psoriasi (infiammazione della pelle), infertilità, atassia, aborti ricorrenti, malattie cardiache, artralgie (dolori alle articolazioni).
Una mancata diagnosi o una diagnosi tardiva può portare alla cronicizzazione dell'infiammazione e può di conseguenza determinare lo sviluppo di gravi patologie quali abortività, infertilità, osteoporosi, bassa statura nei ragazzi, diabete mellito, tiroidite autoimmune, alopecia, epilessia, linfoma intestinale, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, dermatite erpetiforme.
Test genetici
Pertanto il test geneticoè di notevole aiuto quando sia necessario escludere la malattia celiaca: nei familiari di soggetti celiaci e negli individui appartenenti alle categorie a rischio, l’assenza di DQ2 e DQ8 consente di escludere con altissima probabilità la patologia; la positività per almeno uno di questi antigeni deve invece indurre al monitoraggio periodico con controlli.
A chi è consigliato il test genetico?
  • Familiari dei soggetti affetti dalla malattia celiaca.
  • Individui con esami sierologici o istologici dubbi.
  • Persone affette da patologie autoimmuni (es. Diabete mellito, Tiroidine, artrite Reumatoide).
  • Persone con Sindrome di Down o sindrome di Turner.
  • Coppie con problemi di infertilità o poliabortività di origine sconosciuta.
  • Persone con disturbi gastrointestinali di causa sconosciuta (diarrea, sindrome da colon irritabile, epatite).
  • Persone che soffrono di anemia da carenza di ferro, osteoporosi, dermatite erpetiforme, stanchezza cronica.
Entrambi i test genetici offerti da DNA Solutions Italia, Nutrigene Plus e Fitsolutions Plus, permettono di verificare se si è soggetti a questo tipo di sensibilità.
fonte: Dna Solutions

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